Piove sulle case.
Piove sulle strade.
Piove sulle mani, su queste crude mani.
Piove sul cemento.
Piove sul bagnato.
Piove sui capelli.
Non ci sono più gli uccelli
appesi sopra i fili,
che volano nel sole,
che scappano impauriti perché piove
e lì dietro la finestra,
guardo gli attimi passare,
un po’ curioso e un po’ pensando
a quella voglia di volare
e col freddo che c’è in giro
scorgo i volti intirizziti
sotto tutti quei vestiti
pesanti ed inzuppati dal tempo,
monotono e noioso
di questo cielo grigio
che non finisce mai.
Piove sui cespugli.
Piove sui giardini.
Piove sui cancelli, su quei ruvidi cancelli.
Piove sui balconi.
Piove sulle piazze.
Piove sulle luci.
Si confondono le voci,
nel rumore che non cessa
di cambiare, di gridare,
di volare, di cadere perché piove
e se il cielo è ancora grigio
non resta che aspettare
che la strada delle nuvole
trovi un posto dove andare
ed intanto è giunta sera
con le luci e le persone
riflesse da quel tempo
monotono e noioso
di questo cielo grigio,
che non finisce mai.